Read more!
Read more!

Ho visto la grande potenza di Dio nell'esperienza

Fin da quando era bambina, Neve, una donna pura come il suo nome, aveva sognato di avere una famiglia felice, in cui si sarebbe presa cura del marito e dei figli e si sarebbe goduta la gioia familiare.

All’età di 25 anni sposò il Sig. Giusto, un uomo romantico e premuroso. Dopo il matrimonio, Neve visse in armonia con i suoceri e suo marito: le loro cure affettuose la rendevano felice.

Avvolta nella felicità, la famiglia attendeva la nascita di un figlio carino per completarla. I loro desideri vennero esauditi e Neve, che amava molto i bambini, rimase incinta, cosa che la rese molto contenta ed emozionata. Da quel momento la sua famiglia si prese ancora più cura di lei, trattandola come un tesoro. Avvicinandosi la data del parto, Neve divenne sempre più ansiosa per la nascita del figlio. Le nausee mattutine le causavano malessere, ma al pensiero del figlio rendeva tutto sopportabile.

Tuttavia, non sempre le cose andavano come si voleva Alcuni giorni prima della data del parto, Neve fece un’ecografia. Inaspettatamente, l’esame mostrò che il bambino era affetto da idronefrosi. Il medico le consigliò di abortire. A queste parole, Neve si sentì come colpita da un fulmine e cadde in un baratro. Non voleva crederci, e di sicuro non voleva perdere il bambino che aveva aspettato tanto a lungo. Il suo cuore soffriva e le lacrime le offuscavano la vista. Vedendo sua moglie piangere incessantemente il marito le disse: “Non ti preoccupare. Andiamo in un grande ospedale per un secondo parere”.

Il consiglio del marito le diede una piccola speranza, ma in seguito la realtà la fece soffrire nuovamente. “È meglio abortire. La malattia del bimbo non è facilmente curabile”. Con le parole del dottore che le risuonavano nella mente, Neve non si era resa conto di essere arrivata a casa. Fissando il termine cisti renale sul foglio dell’esame non riuscì a trattenere le lacrime e gridò: “Perché è successo? Perché? Perché?…”. Vedendola così disperata, sua madre e sua suocera la confortarono dicendole: “Siete entrambi giovani e potrete riprovarci in futuro. Dovresti ascoltare il medico”. “No! Non voglio perdere il bambino! ” ripeteva con grande tristezza. Sentendosi impotente, l’intera famiglia cadde in depressione.

Nei giorni seguenti, Neve pianse continuamente in preda a un grande dolore. La gioia e l’allegria abbandonarono la sua famiglia, sostituito da singhiozzi strazianti. Quando Neve si toccava la pancia prominente e pensava al bambino non si sentiva più felice, sentiva solo una grandissima pena. I suoi occhi erano gonfi di lacrime. Spesso diceva: “Non abortirò”. La sua famiglia, vedendola sempre più stanca e macilenta, era preoccupatissima perché non riusciva a farle cambiare idea. Un giorno, un suo parente andò a trovarla e le portò un libro. Il parente lesse una frase nel libro: “Dal momento in cui entri piangendo in questo mondo, cominci a svolgere il tuo dovere. Rivesti il ruolo che ti è stato assegnato nel piano e nell’ordinamento di Dio. Intraprendi il viaggio della vita. Qualunque siano le tue origini e qualunque sia il viaggio che ti attende, nessuno può sfuggire all’orchestrazione e alla pianificazione che il Cielo ha in serbo per lui e nessuno possiede il controllo del proprio destino, dal momento che solo Dio, che governa tutte le cose, è in grado di svolgere tale opera”. Le parole di Dio confortarono Neve e le diedero speranza. Il suo parente disse: “Ogni cosa umana è nelle mani di Dio ed è predestinata da Lui”. Neve pensò: “È vero. Attraverso la mia personale esperienza, ho constatato che non possiamo controllare il nostro destino; ho spesso sperato di poter creare una famiglia di avere un bambino mio e di vivere felice con la mia famiglia; ma tutti i miei sogni sono andati in frantumi da un giorno all’altro nonostante i miei piani e i miei desideri. Da ciò ho capito che ogni cosa, compreso il destino mio e di mio figlio, è nelle mani di Dio”.

Nella parola di Dio, Neve trovò qualcosa a su cui contare nella sua agonia. “Sì, dovrei affidare il mio bambino a Dio e lasciare che Egli se ne prenda cura. Lo sottoporrò alla Sua decisione”. Neve prese il libro e accettò Dio come suo Signore. Sentì che il peso del dolore si era improvvisamente eliminato. In seguito il bambino nacque senza problemi. Persino il medico era sbalordito: “Che miracolo!” disse sorpreso. “Anche se il bimbo avesse solo un rene, invece è sano!” sentendo le parole del dottore, Neve non riuscì a trattenere qualche lacrima di gratitudine, perché sapeva che era stato Dio a donare la vita a suo figlio. Ciò conferma la parola di Dio, “Sin dal giorno in cui l’uomo venne creato, Dio ha svolto un’opera costante di gestione dell’universo e di direzione del cambiamento e del movimento di tutte le cose. Come tutte le cose, l’uomo riceve silenziosamente e inconsapevolmente il dolce nutrimento quale pioggia e rugiada proveniente da Dio. Come tutte le cose, l’uomo vive inconsapevolmente nell’orchestrazione condotta dalla mano di Dio. Il cuore e lo spirito dell’uomo sono governati dalla mano di Dio e tutta la vita dell’uomo è sorvegliata dal Suo vigile sguardo. Che tu ci creda o meno, tutte le cose, senza eccezione alcuna, vive o morte, si muovono, mutano, si rinnovano e scompaiono secondo il pensiero di Dio. Questo è il modo in cui Dio governa su tutte le cose”. Apprezzò profondamente queste parole perché aveva visto la volontà di Dio nei meravigliosi atti compiuti per la salute di suo figlio. Si era resa conto di non poter fare niente per salvare suo figlio, e che la sua vita derivava solamente da Dio. Apprezzò inoltre il grande amore di Dio per lei: senza la Sua salvezza, lei avrebbe per sempre vissuto nel dolore per la malattia del figlio e non sarebbe mai più stata felice. Sull’onda di questi pensieri, Neve ringraziò Dio dal profondo del cuore.

In seguito, come segno di gratitudine verso Dio che aveva donato la vita a suo figlio, Neve lo chiamò “Xiaoying”, che significa “accogliere gioiosamente il giorno di Dio”. Da allora la casa si riempì di canti di lode e della condivisione della verità. Per grazia del Signore, il dolore della sua famiglia si era finalmente tramutato in gioia.