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La salvezza di Dio: come sono sopravvissuta dopo essere caduta nel ghiaccio

Mentre tornava a casa, la protagonista cadde accidentalmente in un buco nel ghiaccio. Era nel mezzo del nulla e non c’era nessuno in giro. In pericolo di vita, implorò Dio ripetutamente e alla fine fu tratta in salvo.

Come sono sopravvissuta dopo essere caduta nel ghiaccio

Nell’inverno del 2013 nevicò talmente tanto nella mia città da bloccare persino il traffico. A circa un miglio e mezzo da casa mia scorre un fiume basso dove i venti erano meno forti. Il fiume era ghiacciato, ed era coperto di neve spessa. Io lo percorrevo ogni volta che tornavo a casa da qualche incontro.

Al termine dell’incontro tenutosi nel ventunesimo giorno del dodicesimo mese lunare del 2013 mi accorsi che stavo facendo tardi, così mi affrettai verso casa. Avevo appena messo piede sul fiume ghiacciato quando udii uno scricchiolio, e prima che potessi reagire caddi in un buco. Dal momento che il buco era piuttosto stretto rimasi incastrata: solo la metà inferiore del mio corpo era nell’acqua. Cercai in tutti i modi di arrampicarmi fuori, ma non ci riuscii. Al momento ero veramente spaventata e terrorizzata. Subito pensai: “Il fiume è profondo cinque metri. Nemmeno un ragazzino potrebbe uscire da un buco come questo una volta che c’è finito dentro, figuriamoci una signora di circa cinquant’anni come me che pesa ottanta chili. Morirò”. Sentivo di sprofondare e la cosa mi spaventò ancora di più. Di nuovo, pensai: “Considerando la situazione, o morirò assiderata o annegherò”. Quel pensiero mi spinse a cercare qualche appiglio con le mani, in modo da potermi tirare fuori dall’acqua. Tuttavia, attorno a me non c’era altro che neve. Provai a scalciare violentemente con le gambe, nella speranza di tirarmi un po’ su e uscire dall’acqua. Mi stancai in fretta e rimasi senza fiato, ma la mia situazione non era affatto migliorata. Mi salì l’ansia e pensai: “Cosa posso fare? Morirò veramente qui, assiderata? Chi può aiutarmi? In un posto deserto come questo, per quanto possa gridare aiuto, nessuno mi sentirebbe. Basta, sono morta”. Mi sentivo desolata e impotente, perciò scoppiai a piangere.

come sono sopravvissuta dopo essere caduta nel ghiaccio

In quel tragico momento pensai a Dio. Come un uomo che annega e si afferra un filo d’erba, implorai Dio: “Dio! Non ho più speranze, Ti prego, aiutami...”. Non sapevo che altro fare se non pregare incessantemente Dio. Dopo aver pregato ritrovai la forza, e in qualche modo ebbi meno paura. Allora pensai alle parole di Dio: “Quando affronti sofferenze, devi essere in grado di non considerare la carne e di non lamentarti di Dio. Quando Dio Si nasconde da te, devi essere in grado di avere la fede per seguirLo, per conservare il tuo precedente amore, senza permetterle di vacillare o di estinguersi. Indipendentemente da cosa Dio faccia, devi rispettare il Suo disegno […] Solo questo può essere chiamato vero amore e vera fede”. Quelle parole mi guidarono e capii il volere di Dio: in quelle situazioni avrei dovuto avere fede in Lui. Qualunque cosa accadesse, dovevo credere in Lui e obbedirGli. Pensai quindi che quella fosse la condotta da tenere in situazioni di pericolo: credere in Dio invece di piangere e disperarmi. Sentii di non essere una buona credente, quindi pregai: “Signore! Che io riesca a uscire o meno da questa buca, è nel Tuo volere. Sono disposta a darTi la mia vita. Possa Tu donarmi la vera fede”.

Dopo la preghiera mi sentii più forte. Ripresi a dibattermi, mentre pregavo Dio incessantemente, ma non trovavo nulla a cui appigliarmi. Dopo un’ora di sforzi ero stremata: avevo freddo ed ero esausta. Per giunta, poco dopo il ghiaccio si ruppe a causa del mio continuo dibattermi, e la neve attorno a me iniziò a cedere, portandomi giù con lei. Sudavo freddo per la paura e non osavo muovermi di un millimetro. Pregai subito Dio con tutto il mio cuore. La neve continuava a cedere e il mio petto era talmente schiacciato che non riuscivo nemmeno a respirare bene, quindi boccheggiavo. Non mi erano rimaste forze per lottare.

Supplicai Dio: “Signore! Non riesco a respirare. Sento di stare per morire. Ti prego, aiutami!” Improvvisamente accadde una cosa stupenda. Il mio piede urtò qualcosa di solido e capii che potevo usarlo come appoggio: mi ci issai sopra mentre con i gomiti mi trascinavo sul ghiaccio nel tentativo di uscire dall’acqua, ma fallii il primo tentativo perché ero debole e piuttosto pesante. Era durato poco, ma io ero già di nuovo senza forze; come se non bastasse, le mie mani erano quasi completamente congelate. Il freddo, la fame e la paura mi gettarono nel panico.

norridii vedendo che stava diventando buio, e spaventata pensai: “Anche se non annego non riuscirò comunque a sopravvivere alla notte, perché congelerò”. Vedendo che nonostante avessi pregato Dio e mi fossi affidata a Lui non ero riuscita a uscire dall’acqua, persi la fede e mi sentii vulnerabile. Nella disperazione più totale, pensai alle parole del Signore: “Se disponi di un solo respiro, Dio non ti lascerà morire. […] La fede è come un ponte di un solo ceppo: coloro che abiettamente si aggrappano alla vita avranno difficoltà ad attraversarlo, ma coloro che sono pronti a sacrificare se stessi possono attraversarlo senza problemi”. Quelle parole mi rincuorarono e mi diedero di nuovo la fede. Le parole “Se disponi di un solo respiro, Dio non ti lascerà morire”. mi ricordarono un’esperienza della mia infanzia. Tre giorni dopo essere nata fui colpita da una malattia rara. Vedendo il mio corpo pieno di bolle e di piaghe, i miei genitori pensavano che sicuramente sarei morta. Tuttavia, questa malattia svanì miracolosamente. Non era quello il potere e il volere di Dio? Ora ero incastrata in una buca nel ghiaccio, avevo fallito diverse volte nel tentativo di uscire, avevo perso la mia fede nel Signore e l’avevo riposta nella speranza che passasse qualcuno. Stavo veramente dubitando della mia già poca fede come Tommaso. Quei pensieri mi spinsero a reagire: volevo obbedire al volere del Signore, così Lo pregai: “O Dio! Il mio destino è nelle Tue mani. Anche se morirò oggi, non mi lamenterò con Te. Accetterò il Tuo volere e la Tua sovranità”.

Appena finii di pregare il mio piede toccò qualcosa di solido. Non ho perso tempo a pensare, mi sono subito messo in piedi e con tutte le mie forze mi sono issato sulla riva del fiume. Mi misi a sedere vicino alla buca, senza forze, e mentre mi riposavo pensai: “Per tutto il tempo in cui sono stata nell’acqua non ho sentito niente di solido. Su cosa ho appoggiato il piede?” Allora guardai nella buca attraverso l’acqua, ma non vidi niente. A quel punto realizzai che era una delle meravigliose azioni di Dio, e che Lui mi aveva salvata. Caddi in ginocchio e piansi. Pregai: “Signore! Oggi, dopo che sono caduta nel ghiaccio, sei stato al mio fianco tutto il tempo. Mi hai confortato e incoraggiato con le Tue parole e mi hai dato fede. Ma io sono stata cieca e non ho riconosciuto il Tuo volere e il Tuo operato. Sebbene sia ovvio che sia stato Tu a salvarmi, io non avevo compreso le Tue azioni. Se non avessi sperimentato questo pericoloso incidente, ancora adesso non avrei conoscenza della Tua sovranità e onnipotenza. È stato grazie al Tuo immenso potere che sono sopravvissuta. Ti sono grata per avermi salvata”.

A casa lessi le parole di Dio: “Tutto ciò che esiste nel mondo muta velocemente con i pensieri dell’Onnipotente, sotto i Suoi occhi. Cose di cui l’umanità non ha mai sentito parlare potrebbero giungere improvvisamente, eppure ciò che l’umanità ha sempre avuto può sfuggire via impercettibilmente. Nessuno può immaginare dove Si trovi l’Onnipotente e inoltre nessuno può sentire la trascendenza e la grandezza del potere della vita dell’Onnipotente”. Da ciò compresi che tutte le cose cambiano secondo il volere di Dio, e che nessuno può comprendere il Suo potere e la Sua autorità. Quando ero caduta nella buca ghiacciata sarei dovuta affondare per il mio peso, invece ero rimasta incastrata; quando mi mi sentivo scoraggiata e delusa dai miei continui tentativi falliti, il Signore mi aveva illuminata con le Sue parole e mi aveva fatto ritrovare la fede, di modo che non mi arrendessi; quando ero in punto di morte, Dio mi aveva aiutata a uscire dall’acqua rivelando le Sue meravigliose intenzioni. Da questa esperienza ho capito che il Signore è sempre al mio fianco e mi guarda, si prende cura di me e mi sostiene in ogni momento; ho compreso che ogni cosa nell’universo è voluta da Dio, e che la Sua autorità è ovunque e in ogni momento. Inoltre, Ho anche apprezzato l’amore e la salvezza di Dio per me. Lui non mi ha negato la salvezza solo perché avevo poca fede; ha rivelato le Sue intenzioni e mi ha permesso di sperimentarle personalmente, il che mi aveva dato l’idea della Sua onnipotenza. Ho preso la mia decisione nei confronti del Signore: sono disposta a dedicare la mia vita a Lui, a perseguire la verità e a compiere i miei doveri in qualità di Sua creatura per ripagare il Suo amore.

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